Le difficoltà dei paesi dell’Unione Europea a reperire dosi vaccinali in abbondanza e in tempi brevi hanno sollevato nelle ultime settimane moltissime polemiche: in tanti cominciano a sostenere che, davanti ad una pandemia dilagante, i vaccini dovrebbero essere svincolati dai brevetti e liberamente prodotti e distribuiti in tutti i paesi. In particolare, mi sembra che il punto cruciale sia stato trovarsi in una situazione per la quale stiamo vedendo che alcuni paesi (Gran Bretagna e Israele su tutti) stanno procedendo con il piano vaccinale in modo notevolmente superiore al nostro, potendo godere di adeguate dosi di vaccini. Ci siamo trovati, insomma, svantaggiati dalle logiche di mercato, superati da paesi che hanno concluso prima e meglio gli accordi con le società farmaceutiche produttrici; per una volta, noi siamo “i poveri”, siamo noi quelli che si trovano nella “parte sbagliata” del mondo.

Che poi comunque anche questo è vero solo in parte: secondo una dichiarazione congiunta dell’OMS e dell’UNICEF, infatti, “delle 128 milioni di dosi di vaccino somministrate finora, oltre i tre quarti delle vaccinazioni sono avvenute in soli 10 paesi che rappresentano il 60% del PIL mondiale. Ad oggi, in circa 130 paesi, con 2,5 miliardi di persone, deve essere ancora somministrata una singola dose di vaccino” (dati aggiornati al 10/2/2021, ma non credo che le proporzioni siano cambiate nell’ultimo mese). Una dinamica non solo egoista, ma anche miope: così infatti non solo in tanti paesi si continuerà a morire, ma si darà al virus ulteriore opportunità di mutare, eludere i vaccini e minacciare la ripresa economica globale.

E’ giusto continuare a vedere migliaia di morti per una malattia per la quale ormai esiste un vaccino?

Questo l’interrogativo che sento sulle bocche di molti, che protestano e si indignano per un sistema che appare ingiusto e immorale… obiezioni più che condivisibili, che tuttavia abbiamo fatto nostre solo ora che ci hanno investito come paese, ma che riguardano un sistema contro il quale milioni di persone lottano, e davanti al quale spesso soccombono!, ogni giorno, da sempre.

Molti infatti ignorano che nel mondo continuano ad essere centinaia di migliaia ogni anno le vittime per malattie ormai da noi considerate quasi banali, per le quali i vaccini esistono da decenni; solo nel 2019, ad esempio, i morti per morbillo sono stati più di 200.000, soprattutto bambini sotto i 5 anni nati nelle regioni più povere, in particolare in Africa e nell’Asia meridionale. Una situazione che continua da decenni e che anzi negli ultimi anni, dopo un trend che andava migliorando, sta peggiorando in modo preoccupante. Per una parte del mondo la situazione che noi stiamo vivendo in questi mesi è la quotidianità: migliaia di genitori continuano a piangere le morti dei propri bambini che potevano essere salvati, se solo i vaccini non fossero assoggettati alle logiche di mercato e messi a disposizione in tutto il mondo in quantità sufficienti ad immunizzare la popolazione infantile.

Noi occidentali abbiamo sempre ignorato, o quasi, queste dinamiche, che ci sembravano lontane e quindi poco attinenti con la nostra quotidianità; oggi invece ci troviamo nella stessa situazione e protestiamo contro un sistema che ad ogni evidenza continua a mettere gli interessi economici davanti a quelli della salute.

Ora che ce ne siamo accorti, e che (forse) abbiamo compreso cosa significa trovarsi dall’altra parte, sapremo lottare per un’inversione di tendenza, per una rivoluzione di civiltà che metta fine allo scandalo di centinaia di migliaia di bambini che continuano a morire per malattie che potrebbero essere facilmente curate e debellate per sempre?

Insomma: sapremo ancora lottare contro questo sistema malato quando torneremo dalla parte dei privilegiati?





Per chi avesse voglia di approfondire:
https://www.valigiablu.it/vaccini-disuguaglianze/
https://www.unicef.it/media/coronavirus-a-rischio-le-campagne-di-vaccinazione-contro-il-morbillo-nei-paesi-poveri/
https://www.ilpost.it/2020/11/13/morti-morbillo-mondo-2019/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *