Il 18 marzo del 2016, negli ultimi mesi della scorsa consigliatura, convocai una seduta della Commissione Cultura del VII Municipio all’interno del Teatro di Villa Lazzaroni, dove erano appena terminati lavori durati molti anni; come spiegammo a Roma Today (potete leggere l’articolo qui) in realtà il teatro non era ancora pronto ad essere utilizzato, ma il più era fatto e mancava davvero poco per poter aprire un luogo che, ci auguravamo, di lì a breve sarebbe diventato un importante polo di animazione culturale per il quartiere e per l’intero quadrante dell’Appio-Tuscolano.

Eppure sono passati già 4 anni, ma il teatro continua a rimanere chiuso; o, meglio, l’amministrazione municipale lo ha utilizzato occasionalmente come sede di eventi straordinari (mostre fotografiche, assemblee, ecc.), in particolare nel marzo del 2018, quando il teatro venne “inaugurato” per un giorno e poi subito richiuso; ancora nell’ottobre del 2018, come raccontato in quest’altro articolo di Fabio Grilli su Roma Today, la maggioranza municipale a 5 stelle esultava per “l’imminente bando”, che di lì a poco, si assicurava, avrebbe consentito al teatro di essere ultimato e utilizzato da tutta la cittadinanza.

Ma in un anno e mezzo nulla è cambiato: il teatro continua ad essere sprovvisto degli impianti audio e luci e delle poltroncine e non un solo euro è stato stanziato nei bilanci municipali per questo scopo, mentre somme considerevoli venivano destinate ad opere che non cessano di suscitare numerose polemiche e sulla cui effettiva utilità molto si dibatte.

E così, in una città che dal punto di vista culturale sembra appassire senza progettualità e senza speranza, con librerie, cinema e teatri che chiudono di giorno in giorno, ci si chiede come si possa tenere ancora ad ammuffire un luogo su cui sono stati spesi molti soldi pubblici e che con davvero poco potrebbe ridare vita ad un territorio in cui la mancanza di spazi destinati alla cultura e alla socialità continua ad essere una ferita avvertita da molti, ma evidentemente, viene lecito sospettare, non da chi la amministra.

Una risposta

  1. Sono totalmente d’accordo e, da vecchio appassionato e (credo, immodestamente) conoscitore di teatro, sarei disposto a dedicate gratuitamente il mio tempo per la parte progettuale ed organizzativa del rilancio di una sala di qualità nel nostro quartiere. Le idee ci sarebbero, sono tante, e meriterebbero di essere messe in pratica.

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